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Antonio
MANTOVANI
Date
Antonio Mantovani,
che passerà alla storia come il "mostro di Milano",
nasce a Trevenzuolo (Verona)
nel 1957.
Ebbe un'infanzia dura: fu messo in collegio dalla
madre che non voleva più occuparsi di lui a soli 7 anni; presumibilmente
fu questo il trauma scatenante del futuro serial killer.
A soli 14 anni,
tenta di violentare una bambina di 3 e nel 1979 cerca di violentare la
moglie di un suo amico.
Per trovare la prima
vittima di Mantovani, dobbiamo attendere fino all'11
febbraio 1983, quando violenta e uccide
Carla Zacchi, 26 anni,
impiegata in un giornale e moglie di un suo amico. Il cadavere,
spogliato dei vestiti, viene gettato in un canale a
Lucino di Rodano, vicino
Milano.
A scatenare il raptus omicida in Mantovani è stato il
rifiuto della donna ad avere rapporti sessuali con lui.
In seguito all'omicidio, Mantovani viene arrestato e
condannato a 29 anni di reclusione. Purtroppo però nel 1996, dopo aver
scontato solo 13 anni, l'uomo ottiene la semilibertà e torna ad uccidere.
Durante il giorno, Mantovani passa il suo tempo
lavorando per un'azienda informatica o in un appartamentino che ha
affittato a Milano, dove trascorre la maggior parte del suo tempo; in
carcere torna solo la notte, per dormire.
La seconda vittima è
Dora Vendola, anche lei in semilibertà, che viene strangolata
con un laccio e ritrovata nella sua auto a Milano. E' il
6 novembre 1996.
Mantovani viene messo sotto indagine per questo
delitto, ma mai accusato.
Interrogato, ammette di conoscere Dora e riferisce di
aver ricevuto da lei un rifiuto ad un approccio sessuale, ma nega di
averla uccisa. Agli inquirenti la
spiegazione risulta credibile e a Mantovani non viene revocata la
semilibertà, lasciandolo di fatto libero di colpire ancora.
Nel 1997, approfittando dei permessi a lui concessi,
Antonio uccide per ben 2 volte: Simona
Carnevale (a marzo) e Carolina De Donato (a giugno).
Simona Carnevale, parrucchiera di 26 anni, scompare
la sera del 7 marzo del 1997, dopo essere uscita dal suo negozio di
Milano.
Di questa scomparsa si occupa anche la trasmissione
televisiva "Chi l'ha visto?". Pare che Simona, il giorno della sua
scomparsa, abbia chiamato a casa per dire alla sorella che sarebbe
rientrata più tardi.
Quella fu l'ultima traccia di Simona. Forse ha avuto
un brutto incontro mentre si incamminava per la metropolitana, la strada
è buia e il luogo non è proprio raccomandabile. Qualche giorno prima,
proprio in quella strada, c'è stato un tentativo di rapimento e per
questo motivo Simona si fa sempre accompagnare a casa dal padre o dal
ragazzo.
Perché allora quel
giorno era sola? Simona aveva conosciuto un ragazzo pochi
giorni prima, ma non lui non era con lei il giorno della sua scomparsa.
E' lui stesso a chiamare la trasmissione, spiegando che quel giorno era
fuori Milano e che conosceva solo superficialmente Simona.
A questo punto, parenti e amici cominciano a temere
per la sorte della giovane parrucchiera.
Il 2 giugno 1997, viene invece ritrovato il cadavere
carbonizzato di Carolina De Donato, proprietaria dell'appartamento che
Mantovani ha preso in affitto. La donna è nel suo letto, circondata da
una ventina di bambole.
Il primo marzo 1999,
Simona risulta ancora scomparsa e "Chi la visto?" torna ad occuparsi del
suo caso. La redazione del programma riceve una lettera anonima, in cui
si parla di un'aggressione subita da parte della giovane in
metropolitana. In seguito all'aggressione, Simona sarebbe stata portata
via da un auto.
Tramite la televisione, viene lanciato
un appello all'autore della lettera: "se il suo racconto è vero ci
aiuti a scoprire i colpevoli."
Il primo giugno
1999, "Chi l'ha visto?" torna ad occuparsi del caso Carnevale,
poiché il GIP di Milano ha spiccato un ordine di custodia cautelare nei
confronti di Mantovani, che si trova in carcere per scontare la sua
condanna risalente al 1983. La sera del delitto, Mantovani non era in
carcere, ma in semilibertà.
Chi lo accusa è
Carlo Fermi, suo compagno di cella, che vista in televisione la
foto della ragazza, si ricorda di averla vista in compagnia di Antonio.
Fermi ricorda che la sera del
7 marzo 1997 Mantovani era
rientrato in cella molto agitato e che gli aveva confessato di aver
ucciso una ragazza. Il giorno dopo gli
aveva addirittura mostrato il corpo della giovane avvolto in un telo nel
bagagliaio della sua Y10 gialla.
Con l'approfondire delle indagini si scopre che tra
le carte di Simona c'è il numero di Mantovani, perciò i due si
conoscevano.
Nel corso delle indagini, Mantovani viene ritenuto
responsabile anche dell'omicidio di
Cesarina De Donato. Dopo la sentenza, Antonio tenta la fuga, ma
nel 1998 viene ritrovato e arrestato.
Il 12 novembre 2001,
Mantovani viene condannato all'ergastolo, nonostante si
professerà sempre innocente e si sia dichiarato dispiaciuto per le
famiglie delle vittime (scoppiando anche in lacrime più volte durante il
processo). Ad oggi, è detenuto nel carcere di Opera (Milano).
Sara Di Marzio - Giugno 2007 - Occhirossi.it
Detenuto accusato
omicidi: ''Ma quale serial killer?''
Milano, 2 giugno 1999
''Ma quale serial killer, questa e'una cosa incredibile'': respinge le accuse e si difende conforza Antonio Mantovani, 42 anni, il detenuto accusato di averucciso, mentre si trovava in semiliberta', una giovaneparrucchiera di Cologno Monzese e coinvolto anche nelle indaginisulla morte di altre due donne.
Mantovani e' stato interrogatoquesto pomeriggio nel carcere milanese di Opera dal Gip GuidoSalvini e dal Pm Maurizio Romanelli, i magistrati che loaccusano di aver ucciso Simona Carnevale, scomparsa e mai piu'ritrovata la sera del 7 marzo 1997 al termine di una giornata dilavoro.
L'uomo gia' lunedi' aveva ricevuto in carcere la visitadei magistrati, si era detto disposto a rispondere, ma l'interrogatorio
era stato rinviato per permettere al difensore,l'avvocato Franco Gandolfi di Monza, di essere presente.Piu' che un vero e proprio interrogatorio, quella di oggi e'stata in realta' una lunga autodifesa, durata un paio d'ore.
Mantovani non ha voluto rispondere alle domande del
Gip e del Pmed ha preferito
rilasciare un'ampia dichiarazione spontanea,respingendo le accuse ed ammettendo soltanto la conoscenza e lafrequentazione di Simona. ''Era un'amicizia pulita, tranquilla -ha detto il detenuto - che non e' mai sfociata in uncorteggiamento''. Mantovani ha raccontato come ha conosciuto laparrucchiera, nel bar vicino alla cooperativa dove lavorava dasemilibero.
Il detenuto avrebbe poi fornito unaserie di elementi per tratteggiare un alibi per quella sera,smentendo la versione del collaboratore di giustizia CarloFermi, un suo ex compagno di cella le cui rivelazioni hannoportato alla svolta nell'inchiesta sulla scomparsa dellaparrucchiera. ''E' un'inchiesta indiziaria - spiega al terminedell'interrogatorio l'avvocato Gandolfi - e gli indizi sonoveramente modesti, si riducono in realta' alle dichiarazioni deltutto incredibili di Fermi''.
Mantovani solo oggi, leggendo i giornali che il suo
legalegli ha portato in carcere
(dove si trova in isolamento), hascoperto
di essere stato presentato come un possibile serialkiller.
''E' una cosa che lo ha profondamente depresso -commenta l'avvocato -, ma che nello stesso tempo ci indigna percome sono state riferite le notizie in questi giorni. Il miocliente chiede che venga fatta luce sulle ragioni per cui sonostate date alla stampa notizie che non corrispondono allaverita'. Per la morte di Dora Vendola (che conosceva e sullaquale anche oggi ha dato indicazioni per aiutare le indagini suldelitto) non e' affatto vero che sia indagato''. L'avvocatocritica duramente la fuga di notizie seguita alla misuracautelare: ''In un Paese civile - afferma - non si diffonde un'ordinanza di custodia prima ancora che l'indagato abbia lapossibilita' di essere ascoltato''.
Uccise donna e simulo' suicidio, omicida scoperto dopo 2 anni
Milano, 27 Septiembre 1999
Sembrava un
suicidio, sia puranomalo
per il rogo che aveva parzialmente distrutto ilcadavere, ma a distanza di due anni la morte di una
sessantennesi e' invece
rivelata un omicidio. Il presunto autore, AntonioMantovani, 42 anni, originario di Trevenzuolo (Verona), gia' incarcere per la morte di altre due donne, e' stato raggiunto daun'ordine di custodia cautelare che rafforza l'ipotesi che sitratti di un vero e proprio serial killer.
Il falso suicidio e' quello di Cesarina De Donato, 60 anni,trovata cadavere la sera del 2 giugno 1997 nel suo appartamentoin via Santa Teresa a Milano. Il suo corpo era disteso ditraverso sul letto, circondato da bottiglie di profumo, con iresti di sacchetti di plastica sul volto, parzialmentecarbonizzato. Vicino al cadavere, vigili del fuoco e poliziatrovarono alcune bambole ed oggetti a cui la donna - che vivevasola dopo la separazione dal marito - risultava particolarmentelegata.
Le indagini e l'autopsia portarono all' epoca a
parlaredi suicidio:
Cesarina De Donato, secondo questa versione, sisarebbe uccisa cospargendosi il corpo di profumo e dandosi fuocomentre, con i sacchetti, si soffocava. Un'ipotesi che
lasciavaampi margini di
dubbio e che ora le indagini del Pm MaurizioRomanelli, sfociate nell'ordinanza del Gip Guido Salvini,smontano completamente: fu un omicidio, commesso da Mantovanidopo il rifiuto di una prestazione sessuale.
Mantovani nel giugno scorso e'stato accusato di aver ucciso sempre nel 1997, quando erasemilibero, una parrucchiera milanese, Simona Carnevale. All'epoca era detenuto per un altro delitto commesso nel 1983,quello di Carla Zacchi. E gli investigatori ritengono che aMantovani possa essere ricondotto almeno un altro omicidio(sarebbe il quarto): quello di Dora Vendola, una donna legataalla criminalita' organizzata, trovata strangolata nel 1996.
Mantovani, all'epoca della morte di Cesarina De Donato, erainquilino della donna e viveva da semilibero nell'appartamentosopra il suo, dal quale scomparve la sera del delitto,rendendosi latitante. Il suo nome e' stato collegato alla mortedella donna solo di recente, dopo che le rivelazioni di undetenuto amico di Mantovani hanno permesso di ricostruire l'omicidio di Simona Carnevale. Il nulla osta alla cremazione delcorpo della De Donato dato dalla Procura - e duramente criticatodal Gip Salvini nell'ordinanza - ha reso difficili, dopo dueanni, gli accertamenti. Ma i segni di un morso su una guancia(rilevati dalle foto scattate all'epoca), l' errore di averchiuso la porta di casa della donna facendo sparire le chiavi, isegni di bruciature riscontrati sulle mani di Mantovani duranteun ricovero pochi giorni dopo il delitto (aveva tentato ilsuicidio) ed altri riscontri trovati dagli investigatori, hannoavvalorato la tesi del delitto camuffato da suicidio.
Processo d'appello a presunto serial killer donne a
Milano
Milano,
23 octubre 2001
Davanti alla Corte d'Assise d'Appello di Milano è
cominciato oggi il processo di secondo grado nei confronti di Antonio
Mantovani, 44 anni, indicato dalle cronache come un serial killer di
donne. Nel luglio dello scorso anno l'uomo fu condannato all'ergastolo
per duplice omicidio volontario - due donne uccise nel giro di tre mesi
- mentre si trovava in semilibertà per scontare l'ultima parte della
pena ricevuta per un fatto analogo: l'uccisione nell''83 della moglie di
un amico, Carla Zacchi, che si era opposta alle sue avances sessuali.
In
circostanze analoghe sarebbero avvenuti gli altri due episodi di cui
Mantovani deve ora rispondere in sede d'appello.
Il
primo risale al 7 marzo 1997 quando sparì per sempre da casa la giovane
parrucchiera milanese Simona Carnevale; il secondo al 2 giugno
successivo, allorchè Cesarina De Donato, 60 anni, fu soffocata nel
letto di casa, in un alloggio posto al piano di sopra di quello di
Mantovani. Il corpo della Carnevale non fu mai trovato, quello della De
Donato fu dato alle fiamme e carbonizzato.
Ad accusare Mantovani in
primo grado fu un detenuto che riferì di un episodio avvenuto
nell'immediatezza dell'omicidio della parrucchiera, allorchè Mantovani
gli avrebbe fatto vedere un cadavere nel portabagagli della macchina.
Entrambe le donne sarebbero state uccise per rifiuti a proposte sessuali.
In aula il difensore Franco Gandolfi ha chiesto la rinnovazione del
dibattimento sia per fare un accertamento su alcune testimonianze (un'amica
afferma di avere visto Simona poco prima della scomparsa mentre parlava
al telefono, mentre gli accertamenti attraverso i tabulati Telecom non
avrebbero registrato quella chiamata in quell'ora su quell'apparecchio;
e una donna racconta di avere visto la Carnevale a Tortona tre giorni
dopo la sparizione da casa) e anche per disporre una perizia
psichiatrica.
La
Corte d'Assise d'Appello, presieduta dal dottor Pier Camillo Passerini,
ha respinto le istanze, dichiarando superfluo l'accertamento peritale e
ha aggiornato la continuazione del processo a domani, per la
requisitoria del sostituto procuratore generale Ugo Dello Russo. (ANSA).
Uccise 2 donne mentre era in semiliberta': Chiesto
ergastolo
Milano, 24 octubre 2001
Il sostituto procuratore generale Ugo Dello Russo ha
chiesto la condanna all'ergastolo per Antonio Mantovani, l'uomo accusato
di essere un serial killer: avrebbe ucciso due donne nel 1997 quando era
in semilibertà mentre stava scontando l'ultima parte della condanna per
un altro omicidio, quello della moglie di un amico che non aveva
accettato le sue proposte sessuali.
Anche in primo grado, il 13 luglio
dello scorso anno, Mantovani era stato condannato al massimo della pena.
L'uomo, in primo grado, è stato ritenuto responsabile di due omicidi:
quello della parrucchiera Simona Carnevale e di Cesarina De Donato, il
cui corpo venne trovato carbonizzato. Secondo il capo d' imputazione
entrambi i delitti sarebbero avvenuti perchè le vittime non avrebbero
accettato le richieste sessuali del Mantovani, che in aula ha invece
negato ogni addebito.(ANSA).
Serial killer Milano indagato per altro delitto
Milano, 7 enero 2002
Antonio Mantovani, il serial killer che circa
due mesi fa in secondo grado si è visto confermare l'ergastolo per gli
omicidi di Simona Carnevale e Cesarina De Donato, è formalmente
indagato anche per un terzo delitto: quello di Dora Vendola, una donna
legata alla criminalità organizzata che nel 96, mentre godeva della
semilibertà, venne strangolata. Per questo omicidio, a dicembre, ma lo
si è appreso solo oggi, a Mantovani, in carcere, e al suo difensore,
l'avv. Franco Gandolfi, è stato notificato un avviso di proroga delle
indagini. Mantovani infatti è sospettato da tempo del delitto di Dora
Vendola.
La donna venne trovata morta, con una cintura intorno al collo,
in una Panda parcheggiata in viale Monza, a Milano, il 6 novembre 1996.
I due omicidi per i quali all'uomo è stato confermato l' ergastolo
inflitto dalla Corte d'Assise di Milano, vennero commessi nella
primavera del'97 mentre Mantovani era in semiliberta' per scontare una
prima condanna per aver ucciso la moglie di un amico.